Alcune persone non esistono ma sembrano più vere di noi. I modelli generativi hanno smesso di cercare di imitare la realtà: adesso la superano, la ridisegnano e ci guardano con sufficienza, come una startup guarda un ministero. Nel frattempo, l’Europa partorisce il Digital Networks Act, una deregulation travestita da governance che implode prima ancora di entrare in vigore, mentre Luciano Floridi tenta di riportare un po’ di filosofia nel caos algoritmico che chiamiamo vita digitale. Spoiler: l’ontologia non è più quella di una volta.
Xiaomi lancia occhiali AI che sembrano usciti da un incubo di Philip K. Dick e nel mercato dell’arte si consuma un duello surreale: da un lato, pennelli e tradizione, dall’altro, GAN e ironia computazionale. L’intelligenza artificiale diventa artista, giudice e provocatore. E mentre OpenAI firma i codici etici europei con una mano e riscrive le regole con l’altra, nel retrobottega si discute di Context Engineering come arma strategica per il dominio cognitivo. Dimenticate il prompt: qui si progetta la realtà.
OpenAI rallenta sull’open-weight? Forse una scelta responsabile. Forse solo terrore da perdita di trono. Intanto Trump gioca a risiko con i dazi come un bambino con un bazooka, mentre l’EGM si rivela per quello che è: un labirinto semantico dove le startup entrano convinte di volare e si schiantano contro un regolamento di condominio finanziario.
La Cina non osserva, attacca. Kimi K2 non è un modello, è un segnale. La nuova egemonia del machine learning passa per la muraglia del codice aperto, e Huawei lo sa bene, seminando chip nel deserto come fossero spie. E mentre Leone XIV affronta la singolarità con una mano sul rosario e l’altra sull’interruttore, Google strappa Windsfurf a OpenAI con una mossa che sa di spionaggio industriale travestito da innovazione.
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Queste persone non esistono ma sembrano più vere di noi
Nell’era in cui l’intelligenza artificiale ridefinisce i confini tra realtà e simulazione, la creazione di esseri umani ultra-realistici rappresenta uno dei settori più affascinanti e inquietanti del panorama digitale. Non si tratta più di volti approssimativi, generati da software amatoriali con occhi inespressivi e sorrisi da manichino. Le nuove tecnologie permettono oggi di generare ritratti…
Digital Networks Act: il fallimento annunciato della deregulation digitale europea
Immaginate di vivere in una città dove solo chi possiede l’unica autostrada può decidere chi può usarla, quando, e a che prezzo. Se sei un piccolo trasportatore o un nuovo imprenditore, sei costretto a pagare quel pedaggio, oppure rinunci del tutto a far viaggiare le tue merci. Ora applicate questa logica alle reti digitali europee:…
The digital as an ontological environment: deep reflections on the age of artificial intelligence Luciano Floridi
Let’s drop the comforting illusion that artificial intelligence is just another shiny tool in humanity’s long romance with technology. The truth is cruder, and perhaps more dangerous: we are not using the digital we are living inside it. The shift is not evolutionary but ontological. The difference is all the difference. To call this era…
Xiaomi sferra un pugno negli occhi al mercato degli occhiali AI
Sorpresa. Non da poco, e non da tutti. Xiaomi, la multinazionale cinese delle meraviglie elettroniche, è appena entrata a gamba tesa nel mercato degli occhiali intelligenti. Un settore che molti definiscono ancora di nicchia, ma che in realtà è il nuovo terreno di scontro per chi vuole presidiare il futuro del computing personale. Una guerra…
AI nel mercato dell’arte 2025: quando la tecnologia sfida la tradizione con un sorriso beffardo
Il mercato dell’arte, quel mondo in cui l’unicità e la mano dell’artista hanno sempre fatto la differenza, si trova ora davanti a una sfida implacabile eppure paradossalmente silenziosa: l’avvento dell’intelligenza artificiale. non è un romanzo di fantascienza ma il presente che sta cambiando le regole del gioco con una velocità che lascia interdetti anche i…
L’arte dell’intelligenza artificiale tra controversie e nuove frontiere creative
L’era dell’intelligenza artificiale ha scardinato i paradigmi delle esposizioni d’arte in modi che neanche i più visionari curatori avrebbero potuto immaginare solo un decennio fa. Si pensi a una sala espositiva che non è più solo un contenitore passivo di opere, ma uno spazio interattivo in cui algoritmi sofisticati plasmano l’esperienza culturale del visitatore.
OpenAI firma il codice UE sull’AI, ma intanto riscrive le regole del gioco
L’annuncio è una stretta di mano elegante, ma non proprio gratuita. Quando OpenAI comunica che intende firmare il Codice di Condotta del Regolamento UE sull’AI, lo fa come un attore strategico in un teatro geopolitico dove le regole non sono solo normative, ma strumenti di potere. In un’Europa ossessionata dalla regolamentazione e impantanata nel mito…
L’epitaffio del prompt engineering era già scritto. “Sarà un’arte effimera, una moda passeggera”, dicevano. Poi sono arrivati GPT-4, Claude, Gemini, Mistral, LLaVA, ReALM e compagnia cantante. E quel presunto cimitero è diventato un’azienda da miliardi. Ma ora il gioco si è evoluto. Le regole sono cambiate. E anche il nome: benvenuti nell’era dell’ingegneria del contesto,…
OpenAI frena sull’open-weight: visione responsabile o paura di perdere il trono?
La retorica della responsabilità è la nuova foglia di fico delle big tech. Quando OpenAI annuncia di ritardare ancora il rilascio del suo modello open-weight, la dichiarazione suona come un mantra già sentito: sicurezza, precauzione, responsabilità. Tutto giusto, tutto nobile. Ma sotto quella superficie si muove un ecosistema affamato di trasparenza, controllo e, soprattutto, indipendenza…
Trump gioca a risiko con i dazi e riscrive la globalizzazione con una biro rossa
C’è una vecchia battuta tra veterani del commercio internazionale: “L’unico modo per far capire a un americano cos’è un dazio è che glielo faccia pagare un altro Paese”. Peccato che oggi, a infliggerli, sia proprio l’America. Non un’America qualsiasi, ma quella reinventata a immagine e somiglianza del suo patriarca arancione, tornato a occupare lo Studio…
EGM non è un mercato, è una trappola semantica per startup ingenue
Benvenuti nel teatro delle illusioni finanziarie, dove le startup tecnologiche italiane si affacciano con l’entusiasmo ingenuo dei fondatori che confondono un palco con una piazza. L’EGM acronimo nobilmente ambiguo di Euronext Growth Milan si presenta come il mercato alternativo per le PMI innovative, una promessa di capitali, visibilità, scalabilità. In pratica: il posto dove una…
La Cina ruggisce a codice aperto: Kimi K2 è il nuovo predatore del machine learning globale
Non fatevi ingannare dal nome dolciastro. Kimi K2 non è un simpatico cartone animato giapponese né una mascotte da caricare su TikTok. È un colosso di 1 trilione di parametri che cammina silenziosamente tra le linee di codice, pronto a stravolgere le gerarchie globali dell’intelligenza artificiale con un approccio che, fino a ieri, sembrava il…
Leone XIV e l’intelligenza artificiale la sfida del Papa tra fede, potere e tecnologia
Nel vortice mediatico e politico che ha accompagnato l’elezione di Leone XIV il 3 maggio 2025, è stato subito chiaro che quel pontificato avrebbe segnato una cesura netta con l’era di Papa Francesco. Mentre il predecessore aveva incarnato l’immagine di un pastore dalla forte impronta sociale e ambientale, attento ai poveri e alle periferie del…
Huawei sussurra chip ai nei deserti: la partita geopolitica dietro ogni byte
L’intelligenza artificiale non è più un gioco tra ingegneri, è diventata una partita di scacchi giocata con silicio e sanzioni. Huawei, mossa dopo mossa, sta cercando di insinuarsi nei territori controllati da Nvidia e AMD, proponendo con garbo asiatico piccole quantità dei suoi chip Ascend 910B in regioni strategicamente sensibili come Medio Oriente e Sud-est…
Come l’asse Trump-Silicon Valley potrebbe svendere l’egemonia tecnologica Americana alla Cina
In principio era la disruption, poi venne il caos. E oggi, mentre una parte dell’America tecnologica flirta apertamente con l’ideologia MAGA, quella stessa cultura che una volta celebrava la globalizzazione, il talento internazionale e la regolazione “light touch”, sta ora ballando sul filo di una contraddizione ideologica che potrebbe costare agli Stati Uniti la leadership…
Google scippa Windsfurf a OpenAI e riscrive la partita dell’agentic coding
Nel mondo delle startup di intelligenza artificiale, un’acquisizione saltata vale spesso più di una riuscita. OpenAI aveva messo gli occhi e i dollari su Windsurf, una giovane promessa nell’ambito dell’agentic coding, con una valutazione da tre miliardi di dollari. Eppure, all’ultimo minuto, l’accordo è evaporato. Non si è trattato di divergenze filosofiche né di visioni…